ESPERIENZA 1 |
dagli studenti |
TEMA: LE REGOLE di COMPORTAMENTO
CONTESTO
I bambini assistono alla proiezione di alcuni episodi della storia di
Pippi Calzelunghe.
Tutte le conversazioni avvengono con un gruppo di bambini di 5 anni,
disposti in cerchio, in un angolo morbido e tranquillo, e l’insegnante
è seduta tra loro. L’argomento ruota intorno al discorso delle regole e
al comportamento che si deve tenere a tavola durante la refezione,
prendendo spunto da osservazioni, riflessioni sul comportamento di
Pippi Calzelunghe messo a confronto con il proprio. Il personaggio di
Pippi Calzelunghe, filo conduttore delle conversazioni, è usato come
supporto concreto e mediatore educativo-didattico: Pippi è simpatica,
ma non sempre è un esempio da imitare, anzi….
CONSEGNE
1- “Disegna la scena dei film su Pippicalzelunghe che preferisci.” (gennaio 2009)
2- “Ripensando alle due storie viste, dite quale vi è piaciuta di più e quale comportamento di Pippi vi è piaciuto di più o non vi è piaciuto e perché.” (gennaio 2009)
3- “Vi ricordate che giorni fa abbiamo parlato di Pippi, del fatto che non sempre rispetta le regole, in casa e fuori… come succede spesso anche a noi a scuola… a tavola. Ma, secondo voi, che cosa sono queste regole?” (febbraio 2009)
4- “Come ci siamo comportati, secondo voi, in questo anno scolastico e cosa vorreste dire a Pippi che ci ha tenuto compagnia per tutto l’anno? “ (giugno 2009)
MODALITA’ DI GESTIONE
La consegna 1 richiede l’unica attività individuale: la
rappresentazione grafica di una scena liberamente scelta.
Le altre tre consegne aprono conversazioni* guidate da domande- stimolo dell’insegnante con l’obiettivo di riflettere sulle regole di comportamento, a partire da quello di Pippi:
- la consegna 2 porta l’attenzione dei bambini sul comportamento di Pippi e suggerisce momenti di riflessione e confronto con i propri comportamenti
- la consegna 3 spinge a chiedersi e proporre ai compagni il significato della parola “regola”
- la consegna 4 guida ad un’analisi dei possibili comportamenti individuali in relazione alle regole
NATURA E LIVELLO DELL’ARGOMENTAZIONE
Dalla lettura del dossier si nota come il tema delle regole induca i
bambini a forme di argomentazione elevate, vicine a quelle
dell’argomentazione matematica.
Ad esempio, quando l’insegnante nella seconda conversazione chiede:
“Perché sono importanti le regole?” si ha l’esplicitazione da parte dei
bambini di due “perché” di natura diversa:
- il 1° “perché” (D.: perché poi le maestre non danno i punti per
prendere il premio) è più astratto e intellettualmente più alto, è un
perché di tipo logico, che rinvia ad un sistema di regole (come succede
in matematica o grammatica, discipline strutturate da un sistema di
regole);
- il 2° “perché” (Z.: perché i bambini della sezione primavera,
sentendo caos, poi non riescono a riposarsi) è un perché di puro
effetto causale.
1- “perché”, “le maestre non danno i premi”, è la dichiarazione di
una regola che ci si è dati e che vale all’interno del gruppo. È un
perché deduttivo, che discende da certe regole che valgono in un
“ambiente” (sociale-disciplinare). Il sistema “regola → premio” non è
lo stesso dappertutto, non vale dappertutto allo stesso modo. Ciò
accade anche per la legge umana, che può variare da ambiente ad
ambiente. Pensiamo alla condizione della donna: in un paese molto caldo
se non ti proteggi il capo ti senti male (fatto fisico). In un paese
islamico integralista se una donna non si protegge il capo viene
arrestata. C’è un fatto culturale imposto da qualcuno o condiviso, ma
comunque determinato da regole che valgono in quel luogo e in quel
momento.
Il 2° “perché” è sostenuto da una legge fisica (il rumore), uguale in
qualsiasi ambiente. Nel perché fisico la causa la vedo, in quello
logico non la vedo.
Si nota anche che il livello dell’argomentazione è via via reso più
alto dall’interazione tra i bambini: da argomenti fattuali si va verso
argomenti più astratti e generali, come attestano gli interventi che
seguono:
N.: La scuola è una casa…
L.: Ci sono anche delle regole…
D.: … perché puoi fare male a qualcuno.
N.: …(regole che vanno rispettate anche) quando le maestre non vedono,
non si devono…
D.: Noi non ci comportiamo bene, non perché non lo sappiamo, ma perché
ci lasciamo prendere la mano dagli altri.
Z.: anche se sappiamo che non è giusto.
POSSIBILITA’ DI ARTICOLAZIONE VERTICALE
Si tratta di un argomento fondamentale ad ogni livello del percorso
scolastico: dalle regole che governano i giochi e i rapporti sociali, a
quelle della grammatica, della matematica, etc
Nella Scuola Primaria e oltre sono opportune attività di questo tipo:
analisi sempre più approfondite delle regole, attraverso una
progressiva consapevolezza della differenza tra quelle convenzionali e
quelle determinate da una relazione causa-effetto, portano a riflettere
sul proprio agire in riferimento ad esse.
Sotto il profilo pedagogico è evidente l’importanza di “conversazioni”,
come quelle esemplificate in questo dossier, che preparano il terreno a
“discussioni produttive” in cui i bambini si ascoltano e interagiscono
per una costruzione concettuale condivisa.
TRASFERIBILITÀ
In scuole di grado superiore sono sicuramente possibili analisi e
riflessioni via via più astratte.
In scuole dell’infanzia è necessario
che le insegnanti costruiscano questa capacità di riflettere su un
tema, conversare/discutere*, ascoltarsi, interpretare e rilanciare
quanto dicono i compagni.
Non secondaria è la creazione di condizioni
idonee; le insegnanti di questa scuola, ad esempio, hanno sottolineato
l’importanza del luogo come tramite dello spazio transazionale in cui
la discussione si svolge.
NOTA:
* Conversare e discutere non vengono da noi utilizzati come sinonimi,
ma con sfumature di significato diverse
• Conversare → intrattenersi in colloquio, scambiare opinioni
• Discutere → esaminare mediante un dialogo nel corso del quale ogni
interlocutore abbia la possibilità di portare un proprio contributo
all’approfondimento di una questione.
La presentazione del progetto nei numerosi Istituti interessati alla sperimentazione
(sedi di riferimento Carcare, Masone, Pra’, Sanremo, Sarzana) era rivolta al coinvolgimento dei soli
insegnanti della Scuola Primaria. Ma in alcuni poli di sperimentazione anche gli insegnanti della Scuola
dell’Infanzia hanno fortemente voluto partecipare, portando un contributo significativo e mostrando come
non sia mai "troppo presto" per lavorare sull’argomentazione. Sono così stati coinvolti complessivamente
oltre 60 insegnanti, 12 dei quali della Scuola dell'Infanzia.
Come illustrato nel documento progettuale del gruppo, ed in particolare nel paragrafo 4
riferito alla scuola primaria, in quest’ordine di scuola (e tanto più nella scuola dell’Infanzia) le occasioni
di autentica argomentazione offerte dalla matematica sono limitate, mentre l’esigenza di costruire competenze e
valori necessari all’argomentazione richiedono un intervento esteso, che coinvolga più discipline per tempi lunghi.
Di qui la scelta di progettare e sperimentare attività i cui temi appartenessero a diversi ambiti disciplinari
e non solo a quello matematico. In questo senso gli insegnanti sperimentatori hanno potuto innestare consegne
argomentative in attività curricolari già pensate per la propria classe senza inserire attività "in più" specifiche
per l'argomentazione.
Gli insegnanti coinvolti sono stati chiamati a operare scelte metodologiche capaci di creare in classe un clima adatto a favorire pensiero e linguaggio argomentativi (discussione, ascolto, "pedagogia dell’errore", ...) e in cui l’argomentare, inteso come "modo di essere", coinvolgesse l'insegnante stesso che, attraverso i suoi comportamenti, è chiamato in prima persona a fornire un esempio del valore che attribuisce allo stesso. (Si veda "Il contratto didattico" di T. Gazzolo)
L'organizzazione del lavoro ha previsto, nel corso dell'anno scolastico, lo svolgimento di incontri tra
insegnanti sperimentatori e gruppo di progetto (Boero P. - Gazzolo T. - Zunino L. Colardo E.)
per seguire tutte le fasi dell’attività didattica, dalla progettazione degli interventi,
alla realizzazione in classe (in qualche caso con interventi diretti) alla documentazione e,
soprattutto, alla riflessione sulle attività svolte. A partire dalle tracce verbali (orali e scritte)
dei bambini e dell'insegnante, rilevate attraverso la trascrizione di discussioni registrate e
l'analisi attenta dei protocolli dei bambini, si è potuto procedere alla verifica dell’efficacia delle consegne assegnate,
degli interventi svolti e alla loro riprogettazione per attività future.
(Si veda "Un'occasione di formazione in servizio" di L. Zunino)
Il lavoro, grazie alla disponibilità degli insegnanti
sperimentatori, ha dato vita ad un ricco materiale di documentazione
del lavoro svolto (39 dossier), riassunto nelle seguenti tabelle di
sintesi: