ESPERIENZA 2 |
TEMA: LA MISURAZIONE DI UNA PIANTINA: I connettivi (riflessione sulla lingua).
CONTESTO
I bambini hanno “adottato” un orto in cui osservano periodicamente i
cambiamenti stagionali. All’orto hanno seminato, in un piccolo
appezzamento, il grano che hanno visto nascere e crescere e che hanno
misurato per poter valutare i progressi di crescita e operare confronti
con piantine seminate in classe.
CONSEGNE
1. Lavoro individuale scritto: Prima di uscire per misurare con il
righello da 30 cm la piantina “scelta” del nostro orto, spiega con
precisione come dovrai procedere per misurarla.
2. Uscita per la misurazione.
Al rientro in classe:
a. ricordiamo le operazioni fatte quando siamo andati nell’orto per misurare la piantina scelta.
b. registriamo alcune frasi con le quali spieghiamo come abbiamo operato nella misurazione.
3. Discussione: riflettiamo sulla misurazione della piantina scelta:
in ogni frase scopriamo una parola importante, che aiuta l’espressione
del nostro pensiero.
4. Lavoro individuale scritto: Hai a disposizione due paroline-legame, perché o perciò, per completare le 2 frasi. Leggi, rifletti e decidi la parolina- legame da inserire.
- Quando abbiamo misurato la piantina la prima volta era alta 13 cm; quando l’abbiamo misurata la seconda volta era alta 19 cm. La piantina è passata da 13 a 19 cm, ……………… è cresciuta di 6 cm.
- La piantina di grano è cresciuta di 6 cm ………………… alla prima
misurazione era alta 13 cm, mentre alla seconda misurazione era alta 19
cm e da 13 a 19 c’è 6. Motiva poi la tua scelta.
MODALITA’ di GESTIONE
La prima consegna richiede un’attività individuale: ogni bambino scrive
come procederà nella misurazione.
Segue l’uscita per effettuare tale
operazione; al rientro in classe le insegnanti chiedono ai bambini di
esporre oralmente una frase con cui si può registrare la misura avuta,
motivandola (è il passaggio che porta al secondo momento).
Durante questa attività di socializzazione, scaturiscono tre frasi: identiche nell’esplicitazione dell’esperienza fatta, ma diverse nel loro costrutto sintattico:
- La piantina misura 13 centimetri perché da dove è spuntata (tacca zero del righello) fino alla sua punta, il righello indica 13.
- Abbiamo affondato il righello nella terra: lo zero è alla base della piantina, la punta della piantina tocca il 13 sul righello, perciò la piantina misura 13 centimetri;
- Affondiamo il righello e lo teniamo accanto alla piantina. Se dalla base alla punta della piantina leggiamo sul righello da 0 a 13, allora la piantina misura 13 centimetri.
Si passa alla terza consegna, che invita i bambini a domandarsi come
può ogni parolina scoperta aiutare l’espressione del pensiero: si apre
la discussione collettiva. Le insegnanti conducono il dibattito,
sollecitando gli interventi dei bambini e tenendo le fila del discorso
per portarlo alla conclusione.
La quarta consegna punta a verificare quale livello di consapevolezza
ha raggiunto il bambino che utilizza un certo connettivo logico per
esprimere il suo pensiero. Questa consegna privilegia l’attività
individuale: ogni bambino è di fronte alla sua scelta e di essa deve
sostenere la validità.
NATURA E LIVELLO DELL’ ARGOMENTAZIONE
Nell’attività individuale della prima consegna i bambini hanno fatto
riferimento a precedenti esperienze di misurazione (realizzazione della
linea dei mesi). Si tratta di un testo descrittivo di una procedura che
i bambini devono immaginare nei suoi passaggi.
Nell’attività individuale della prima consegna i bambini hanno fatto
riferimento a precedenti esperienze di misurazione (realizzazione della
linea dei mesi). Si tratta di un testo descrittivo di una procedura che
i bambini devono immaginare nei suoi passaggi.
Il pensiero, in molti casi, è stato espresso con precisione: "prima
prendo il righello e lo posiziono in verticale vicino alla piantina. Lo
zero deve toccare la terra e devo andare fino alla fine della piantina
e leggere la misura sul righello".
In pochi casi la spiegazione non è
precisa: "prendo il righello lo metto vicino alla piantina in posizione
verticale parto dallo 0 arrivo a …".
Nella discussione collettiva della
terza consegna, non è stato semplice per i bambini “entrare” nel
ragionamento che si richiedeva di eseguire.
Dagli interventi si
comprende che essi hanno intuito l’importanza delle paroline
evidenziate, hanno percepito che esse hanno il compito di spiegare
qualcosa. Più difficile è risultato esplicitare la funzione svolta a
livello logico nella frase. La mediazione delle insegnanti, molto
forte, ha guidato i bambini nella riflessione su che cosa quelle
paroline aiutino a dire.
Esempio:
La piantina misura 13 centimetri perché da dove è spuntata (tacca zero
del righello) fino alla sua punta il righello indica 13 .
Sa: aiuta a dire il perché.
Maestra: di che cosa?
Cr: della frase.
Mi: ci aiuta a dire che cosa?
Sa: ci aiuta a dire quanto misura la piantina.
Maestra: quindi, proviamo a precisare meglio. All’inizio della frase
c’è scritto “la misura della piantina è 13 centimetri”. è proprio
questa la misura della piantina, vero? E la parola perché che cosa ci
fa capire?
Gio: ci fa precisare le cose, è come una “prova”: è proprio 13 la
misura.
Maestra: di che cosa?
Sa: una precisazione di quanto misura la piantina. “Dal terreno fino
alla punta” è una prova di quello che c’è scritto all’inizio della
frase.
Maestra: la parola perché ci dice che è proprio quella la misura della
piantina. Quindi secondo noi la parola perché è una prova, è una
conferma di quello che abbiamo detto all’inizio della frase.(…)
Nell’attività individuale dell’ultima consegna possiamo verificare non
solo il corretto uso dei due connettivi, ma anche la consapevolezza che
i bambini hanno di questo uso.
Nei testi prodotti si sono evidenziati diversi livelli di
consapevolezza:
1. Alcuni bambini si sono riferiti solo al “suono” corretto della
frase:
DI.: Nella prima frase ho inserito la parolina “perciò” perché mi
andava bene la parolina “perciò”. Nella seconda ho inserito la parolina
“perché” perché in questa frase mi sembra che va meglio la parolina
“perché”.
MA.: Nella prima frase ho inserito la parolina “perciò”
perché con quella parolina la frase ha un senso. Nella seconda frase ho
inserito la parolina “perché” perché se ci metti perciò la frase non
sta in piedi e se ci metti perché la frase sta in piedi.
Il testo di MA ci mostra un primo passo verso l’esplicitazione del
significato della parola (il senso della frase) anche se essa non viene
ancora compiutamente spiegata.
2. alcuni sono riusciti a motivare con consapevolezza la scelta (quella
del “perché” è più facile da sostenere rispetto al “perciò”). Tra
questi, alcuni bambini hanno fornito spiegazioni a livello semantico,
individuando la funzione di motivare o di esprimere una conseguenza:
FRA.: Nella prima frase ho inserito la parolina-legame “perciò” perché
è la parolina che fa stare in piedi la frase e che mi porta a dire che
la piantina è cresciuta di 6 cm, mi porta a una situazione. Nella
seconda frase ho inserito la parolina- legame “perché” perché mi fa
capire che alla prima misurazione la piantina era alta 13 cm e alla
seconda era alta 19 cm. è la parolina che mi spiega una situazione.
LO.: Nella prima frase ho inserito la parolina “perciò” perché ha il
compito di far capire di quanto è cresciuta la piantina, ma non fa
capire solo questo, ma anche altre cose di questo genere. Nella seconda
frase ho inserito la parolina “perché” perché ha il compito di spiegare
il motivo di alcune frasi.
Altri si sono appoggiati alla funzione della parola nella frase,
chiudere la frase o spiegarla (aspetto testuale):
ES.: Nella prima frase ho inserito la parolina “perciò” perché conclude
la frase cioè ci porta alla fine della frase. Nella seconda frase ho
inserito la parolina “perché” perché manda avanti la frase e ci dice la
motivazione.
GIU.: Nella prima frase ho inserito la parolina-legame “perciò” perché
secondo me la parolina “perciò” è l’unica che suona meglio in quella
frase e per me la parolina “perciò” significa quindi o allora. Nella
seconda frase ho inserito la parolina-legame “perché” perché è una
parolina che mi spiega la motivazione e in quella frase ci vuole quella
parolina perché in quella frase ci voleva la motivazione.
POSSIBILITA’ ARTICOLAZIONE VERTICALE
La riflessione linguistica sui connettivi logici è affrontabile a
livelli via via più approfonditi ed espliciti in ogni fase del percorso
scolastico. Prevede altresí uno sviluppo progressivo delle diverse
forme di argomentazione, da potenziare sui testi prodotti dai bambini
stessi.
TRASFERIBILITA’
Si tratta di lavorare con la consapevolezza che si sta costruendo una
“prima sensibilità” all’uso ragionato della lingua e delle sue
strutture. A questo scopo, per attuare le attività di riflessione
linguistica, è indispensabile utilizzare i testi prodotti dai bambini
stessi, nel vivo di situazioni comunicative. Il lavoro svolto mostra
come le parole-legame (perché, perciò, quindi, allora,…) acquisiscano
significato nel contesto comunicativo della classe, tanto che i
bambini, anche se non sono ancora padroni del significato, sono
tuttavia sensibili ai cambiamenti di “senso” che comporta la
sostituzione di una parola con l’altra e possono con gradualità
comprenderne le ragioni.
DIFFICOLTA’
L’età dei bambini rende delicato il momento della discussione e riflessione sui connettivi perché richiede una capacità di astrazione e generalizzazione non ancora compiutamente sviluppate, anche tenuto conto della mancanza di strumenti espressivi adeguati. Nel lavoro presentato, per esempio, i bambini possiedono già, e usano ampiamente per spiegare l’uso del perché, la parola “motivazione”, ma solo l’introduzione della parola -concetto “effetto/conseguenza”, permetterebbe loro di chiudere il ragionamento per il perciò. La scelta del senso avviene per i bambini in modo naturale, ma è l’insegnante che può introdurre, con adeguate attività, la consapevolezza sui meccanismi della lingua (Vygotskij, “Pensiero e linguaggio”, cap. VI).